"Non è vero che scherzare sulla malattia sia sempre fuori luogo, anzi: fatto nei tempi e nei modi giusti è anche piuttosto terapeutico in quanto distende i nervi e resetta il nostro stato d'animo che fa "tabula rasa" e si prepara a prendersi cura del paziente successivo (Leiber, 1986)". Mi sono soffermata a lungo su questa frase di Patrizia Petetta, infermiera e clown di corsia, letta nell'articolo "Umorismo e pratica infermieristica" (Nurse 24+it).
Nei contesti ospedalieri è fondamentale capire chi abbiamo di fronte e quale momento della vita il paziente ricoverato stia attraversando. Durante la pandemia i pazienti hanno sofferto l'estrema solitudine senza i propri cari e supplicavano il personale sanitario di fare qualcosa per farli respirare. Creare un rapporto di fiducia è essenziale per instaurare un rapporto di complicità che permette di innescare poi la battuta di spirito.
Dall'altra parte le fatiche del personale sanitario, con le corsie ospedaliere convertite in reparti di "medicina COVID - 19" e a dover gestire pazienti con una malattia sconosciuta. Diventa importante il gioco di squadra, portare l'attenzione su quanto sia di aiuto creare un clima piacevole nel team, per poter sfogare rabbia e frustrazione, anche attraverso gli effetti benefici della risata. Condividere battute e momenti scherzosi aiuta ad aprirsi piacevolmente al prossimo, pazienti e colleghi.
Vi condivido anche l'ultima frase dell'articolo: "La possibilità di ricorrere all'umorismo, nei momenti più duri, serve ad avere operatori sanitari più sani, equilibrati e sereni. Perché dietro a quelle divise, a quelle tute, ci sono persone che affrontano quotidianamente il dolore e la sofferenza".
Se volete leggere l'articolo è disponibile su Nurse24+it: https://www.nurse24.it/dossier/covid19/umorismo-pratica-infermieristica.html
